La Famiglia Colosi e il bianco Secca del Capo.
“Ho dato un passaggio a una bellissima ragazza, Lidia, che faceva l’autostop a Salina. L’ho sposata poco tempo dopo: Nozze e Malvasia, è iniziata così la nostra storia alle Eolie. Così abbiamo creato il nostro bianco Secca del Capo”.
Piero Colosi, grandi mani e volto bonario, è il penultimo della saga familiare in cui i maschi portano lo stesso nome. Suo padre Pietro negli anni Settanta lavorava con Carlo Hauner, il vignaiolo bresciano che fece scoprire al mondo la Malvasia delle Lipari. Piero negli anni Ottanta iniziò a comprare terreni abbandonati dagli isolani emigrati in Australia e negli Stati Uniti dopo il flagello della fillossera. “Erano piccoli pezzi di terra vulcanica. Una volta” , racconta Piero “abbiamo scovato 18 eredi per un singolo rogito, tra cui una signora in Svizzera che non sapeva di aver ereditato”.
Il primo Vinitaly è stato nel 1983. “C’era il Club del Gattopardo con i passiti siciliani, oltrepassando le Malvasie caramellose e torbide”.
Pietro Junior, figlio di Piero, è arrivato nella cantina sotterranea di Salina il giorno dopo la laurea a San Michele all’Adige. Con lui, gioviale esperto di pesca e vigne, la spinta a innovare si è rafforzata.
Ora gli ettari sono 11, le bottiglie 80 mila. Un quarto di Malvasia nella versione secca, come il Secca del Capo (dal nome della zona più pescosa delle Eolie, a sei miglia verso Panarea): un grande bianco che profuma di fichi d’india e rosmarino.
In attesa del Guardiano del Faro, il nuovo rosso su cui punta la famiglia, un Nerello Mascalese in soli 2.500 bottiglie.